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Nel fine settimana pubblichiamo letture e vangelo della domenica ed i santi del sabato e della domenica.
Se leggete con lo smartphone può essere necessario leggere in "orizzontale !!"
Memoria facoltativa di san Giorgio, martire
In quel tempo. Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
cliccare qui per il videocommento
Dalla Parola del giorno (Vangelo v. 68)
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Come vivere questa Parola?
La pagina del vangelo che oggi la liturgia ci presenta ha qualcosa di sconcertante. Le folle hanno finora seguito Gesù affascinate dalla persona, dalla parola e dalle opere. Ma ora quel suo dire: "Chi mangia la mia carne... chi beve il mio sangue" ha una crudezza che turba. È il momento decisivo della scelta per Cristo o del suo rifiuto. Gesù non usa mezzi termini, né si mostra disposto a mitigare la portata delle sue parole. Mentre le folle si allontanano, Egli si rivolge ai dodici, anch'essi disorientati dal suo dire: «Volete andarvene anche voi?». No, decisamente Gesù non cerca proseliti, non gli interessa di essere popolare, di conquistarsi la simpatia e le ovazioni della gente. Egli è venuto per portare a compimento il disegno d'amore del Padre e sa che questo si attuerà attraverso il dono totale e incondizionato della sua persona. Sì, la sua "carne" verrà offerta, il suo "sangue" sarà versato per la salvezza del mondo e diverrà cibo e bevanda di vita per quanti lo accoglieranno. Ma mangiare e bere la carne immolata e il sangue versato di Gesù è entrare nella sua passione, accettare di condividerla nella propria esistenza, diventando a nostra volta pane offerto ai fratelli. È questa la "scandalosa" proposta che ci raggiunge ancor oggi. Certo, è facile accogliere il volto mite e benevolo del Salvatore, molto meno accettare di diventare noi prolungamento di Gesù, oggi, per gli altri. "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". Ma non ci sono offerti sconti particolari. "Cristiano" vuol dire di Cristo. È un impegno a entrare nella sua vita, lasciando che Egli viva in noi. E Lui, per rimanere tra noi, ha scelto il segno del Pane spezzato. Eccolo, allora, a sollecitarci a una presa di posizione: "Volete andarvene anche voi?". Con Pietro, con la Chiesa rispondiamo: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna".
Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi interrogherò sulla consistenza del mio amore per il Signore, verificando la mia disponibilità a seguirlo concretamente sulla via del dono totale.
Signore, da chi andremo? Le tue parole sono parole di vita eterna, anche quando non le comprendo o ho paura di capire...Ti prego, sostienimi con la forza del tuo Spirito perché non ti resista mai e trovi il coraggio di seguirti sempre, ovunque.
La voce di una Santa
Quando la croce vi sembrerà pesante, date uno sguardo al Crocifisso e dite: Oh, Gesù, voi siete tutta la mia forza e con voi i pesi diventano leggeri, le fatiche soavi, le spine si convertono in dolcezze.
(Santa Maria Domenica Mazzarello)
Nel fine settimana pubblichiamo letture e vangelo della domenica ed i santi del sabato e della domenica.
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3 DOMENICA DI PASQUA
Sal 32 (33), 5b-6a
Della bontà di Dio piena è la terra, alleluia;
la sua parola creò l’universo, alleluia.
Si dice il Gloria.
Dio di misericordia, luce e conforto di chi crede in te,
ravviva sempre più nella tua Chiesa
i desideri che tu le hai suscitato nel cuore
e, rivelando la sublimità delle tue promesse,
rendi più certa la nostra speranza;
così i tuoi figli potranno aspettare con fiduciosa pazienza
il destino di gloria ancora nascosto,
ma già contemplato senz’ombra di dubbio dagli occhi della fede.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
At 16, 22-34
Lettura degli Atti degli Apostoli.
In quei giorni. La folla insorse contro Paolo e Sila e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
Parola di Dio.
Sal 97 (98), 1-4
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Col 1, 24-29
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi.
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.
Parola di Dio.
Cfr. Gv 14, 6
Alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.
Gv 14, 1-11a
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».
Parola del Signore.
COMMENTO
Se collocate nel contesto in cui vengono pronunciate, è evidente che queste parole di Gesù intendono dare conforto gli apostoli. Nell'ultima cena, Gesù si rende conto che gli apostoli si sentiranno smarriti e scoraggiati e perduti. Allora cerca di dare loro parole che accendono la speranza. Io vado avanti a prepararvi un posto, dice loro Gesù, per dire che, anche se non lo vedranno più accanto a loro, Gesù comunque, sarà sempre vicino a loro perché si sta occupando di loro, lassù nel cielo. Perciò queste parole sono molto preziose per il credente di ogni tempo, perché soprattutto nei momenti difficili, soprattutto nei momenti di sconforto, soprattutto nei momenti di solitudine, il credente può guardare verso il cielo con questa speranza. Qualcuno ti sta preparando un posto. Sapere di avere un posto prenotato, di avere un posto preparato, di avere un posto in cui saremo accolti, ecco ci aiuta a camminare con più speranze. Siamo invitati a far questo, a guardare ogni istante il cielo, sapendo che là, in cielo, qualcuno sta lavorando per la nostra felicità e sta garantendo il nostro futuro. Queste parole di Gesù allora sono davvero speranza, non solo per gli apostoli ma anche per i discepoli di Gesù di ogni tempo e anche per noi oggi.
VOGLIO ANDARE A CASA
Penso che tutti, in un modo o nell'altro, amiamo la nostra casa. Certo, alle volte la sentiamo anche piccola e stretta: e tuttavia sperimentiamo tutti, ogni tanto, la gioia di poterci ritirare in casa, nella nostra camera, chiudendo fuori, almeno per un momento, le molte occupazioni e preoccupazioni che la vita ci presenta.
Anche i giovani – che pure amano uscire fuori e girare per il mondo – sentono spesso il desiderio di tornare a casa, per trovare un po' di pace nella propria camera, tra le proprie cose. Voglio andare a casa – canta ad esempio Jovanotti, che certo ben esprime i sentimenti di molti giovani d'oggi – io voglio andare a casa, la casa dove posso trovar pace.
Dunque, il desiderio della casa tocca un po' il cuore di tutti. Proprio come accadeva già in quel tempo ai discepoli radunati attorno a Gesù per l'ultima cena, secondo il racconto del Vangelo di Giovanni di oggi: anche quei discepoli sentivano forte il desiderio di una casa dove trovar pace.
In realtà, essi una casa l'avevano trovata proprio il giorno in cui si erano incontrati con Gesù di Nazareth. "Maestro, dove abiti?" – gli avevano domandato all'inizio i primi due discepoli, sulla riva del fiume Giordano; "Venite e vedrete" – aveva risposto loro Gesù, assecondandone subito il desiderio: e quel giorno appunto i due "andarono, videro dove abitava e si fermarono presso di lui" (Gv 1, 35-39). Così accadde in seguito per molti altri, nelle diverse città e regioni attraversate da Gesù.
All'inizio dunque i discepoli erano stati colpiti dalle parole del Maestro, e avevano deciso di metter su casa con lui. Per questo motivo lo seguivano ovunque andasse: e anche quando a due a due erano stati inviati a predicare avevano sentito forte nel cuore il desiderio di ritornare a casa, da Gesù, per raccontargli ogni cosa (Lc 10, 17).
Ora Gesù stava per lasciarli: la sua condanna a morte era ormai già scritta, e i discepoli vedevano così andare in frantumi quella casa, quella compagnia che avevano costruito. Il loro cuore, dice il Vangelo, era turbato (Gv 14 ,1): affannato, agitato, proprio come il nostro cuore quando non riesce a trovare una casa tranquilla in cui riposare.
Certo, ai discepoli ed a noi Gesù fa intravedere un'altra casa – la casa del Padre mio (Gv 14, 2) – una casa che ha molti posti, un posto per ciascuno di noi, un posto che ci può davvero dare la serenità cercata. Eppure ai discepoli ed a noi l'immagine di quest'altra casa appare ancora troppo confusa e distante: il nostro cuore rimane turbato, e ci ritroviamo spesso affaticati e spaesati lungo le strade della nostra vita. Perché sarà pure vero che la casa del Padre è bella ed ha molti posti: ma intanto le strade in cui ci troviamo sono piene di affanni e di paure, e non è detto che ci conducano proprio alla casa tanto desiderata.
Ma la risposta di Gesù a questo turbamento dei discepoli e nostro non si fa attendere: "Io vado a prepararvi un posto... e del luogo dove io vado, voi conoscete la via" (Gv 14 ,2.4); infatti "io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14, 6). Il Signore dunque non solo ci promette una mèta – la casa del Padre – ma addirittura ci anticipa questa mèta nella sua stessa vita. Perché è proprio nella sua vita che si è manifestata la casa benedetta del Padre: nella sua vita, come pure – e soprattutto – nella sua morte e risurrezione, quando il Padre non lo ha abbandonato negli inferi, ma lo ha fatto entrare per sempre nella sua casa. In lui davvero si è manifestata la casa benedetta del Padre.
"Chi ha visto me ha visto il Padre" (Gv 14, 9) – conferma infatti Gesù ai discepoli turbati: e dunque anche oggi chi incontra Gesù vede la casa benedetta del Padre, e può da subito camminare verso quella casa cercata e desiderata. Soltanto così possiamo ritrovare la speranza; e possiamo scoprire che il desiderio della casa non può spingerci alla chiusura nelle nostre piccole mura domestiche, ma deve aprirci al Vangelo del Padre, alla promessa buona che il Padre ci ha fatto, oltre le ristrettezze del tempo presente.
Il desiderio della casa diventa allora il desiderio di una vita nuova: una vita che inizia oggi, nell'incontro con Gesù risorto; una vita che sa custodire tutti i doni preziosi in essa nascosti; ma anche una vita che guarda avanti, alla casa promessa del Padre. Con una sola certezza: "l'occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia" (Sal 33, 18). Una certezza che è davvero già oggi casa sicura per tutti.