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Nel fine settimana pubblichiamo letture e vangelo della domenica ed i santi del sabato e della domenica.
Se leggete con lo smartphone può essere necessario leggere in "orizzontale !!"
Nel fine settimana pubblichiamo letture e vangelo della domenica ed i santi del sabato e della domenica.
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Cfr. Fil 2, 8. 10-11
Nel nome del Signore
ogni ginocchio si pieghi
in cielo, in terra e negli inferi;
perché il Signore si è fatto obbediente
fino alla morte e alla morte di croce.
Per questo proclamiamo:
«Gesù Cristo è Signore
nella gloria di Dio Padre».
Tu ci rinnovi, o Padre,
per la beata passione del tuo Unigenito
fatto nostro fratello;
conserva in noi l’azione della tua misericordia
perché celebrando questo mistero
ti offriamo in ogni tempo la nostra vita.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Is 52, 13 – 53, 12
Lettura del profeta Isaia.
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli».
Parola di Dio.
Sal 87 (88), 2-6a. 9-10
Signore, in te mi rifugio.
Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica. R.
Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.
Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
Sono libero, ma tra i morti. R.
Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,
si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani. R.
Eb 12, 1b-3
Lettera agli Ebrei.
Fratelli, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo.
Parola di Dio.
Cfr. Gv 12, 32
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Quando sarò innalzato da terra,
io attirerò tutti a me, dice il Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Gv 11, 55 – 12, 11
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
Cfr. 1 Pt 2, 21. 24
Fratelli, seguiamo il cammino di Cristo
che conduce a salvezza.
Egli morì per noi, lasciando un esempio.
Sulla croce portò nel suo corpo i nostri peccati
perché, morendo alla colpa,
risorgessimo alla vita di grazia.
O Dio infinitamente misericordioso,
che hai salvato il genere umano
con la morte del tuo dilettissimo Figlio,
dona alla Chiesa
che celebra fedelmente il mistero della Pasqua
la pienezza della tua gioia.
Per Cristo nostro Signore.
RIFLESSIONI
Sulla soglia della settimana santa la liturgia ci propone una pagina carica di valore simbolico: al centro della scena è Gesù, ai suoi piedi una donna compie un gesto di straordinaria tenerezza verso il corpo di Gesù. Sullo sfondo le critiche, interessate, di Giuda. Infine una parola impegnativa di Gesù che elogia il gesto della donna. Notiamo come questa scena, con alcune varianti, sia ripresa da tutti e quattro gli evangelisti, segno che doveva avere un posto di rilievo nella predicazione primitiva. Mc 14,3-9 e Mt 26,6-13 raccontano una unzione di Gesù a Betania da parte di una donna di cui non si dice il nome, proprio prima della morte di Gesù. Luca 7,36-38 parla di una donna, una prostituta, che in Galilea unge il corpo di Gesù. Infine la pagina che abbiamo letto attribuisce a Maria di Betania l’unzione dei piedi di Gesù con un costosissimo profumo.
Viene alla mente un’altra scena sempre nella casa di Betania: Gesù è al centro, ai suoi piedi Maria ne ascolta le parole. Anche in questo caso non mancano le critiche al comportamento di Maria da parte della sorella Marta (Lc 10,38-42). Notiamo le analogie tra le due scene: Gesù è al centro, per lui si può ‘perdere’ molto tempo, per lui si può ‘sprecare’ tanto costoso profumo. In entrambe le scene il comportamento della donna, è sempre Maria di Betania, totalmente assorbita dalla persona di Gesù, non è capito anzi è pesantemente criticato. Marta vorrebbe che la sorella la aiutasse nelle faccende di casa invece di stare ai piedi di Gesù in ascolto; Giuda vorrebbe che il costoso profumo venisse venduto per dare il ricavato ai poveri. Una vita dominata dalla centralità di Gesù, segnata dalla dedizione esclusiva per lui, per la sua parola, per la sua persona, questa scelta non è compresa. Sembra scelta irresponsabile che carica sulle spalle degli altri i compiti della vita quotidiana, sembra una scelta irresponsabile che spreca risorse che potrebbero esser meglio utilizzate. Non tutti capiscono e apprezzano la scelta di uomini e donne che dedicano tutt’intera la loro esistenza all’Evangelo. Forse non tutti capiscono e apprezzano un tempo come la settimana santa che stiamo iniziando, un tempo dedicato alla contemplazione del Signore Gesù nel suo cammino di passione, morte, risurrezione. Forse anche noi facciamo fatica a mettere in questi giorni Gesù al centro. In entrambe le scene, Gesù ha una parola chiara di apprezzamento per la scelta della donna. Mettere Gesù al centro è la scelta migliore che si possa compiere.
Un gesto simbolico
Il gesto del profumo è chiaramente simbolico. Il profumo è simbolo dell’amore. Canta la Sposa del Cantico dei Cantici: “Il mio diletto è come un sacchetto di profumi, è aroma prezioso”. Il gesto del cospargere di profumo, nella cultura orientale, è gesto di accoglienza, segno di attenzione per la persona al limite dello spreco, perché la persona vale più di ogni altra cosa, ha valore inestimabile. Nella redazione di Luca Gesù dice che questo gesto è opera bella. Ha la bellezza dei gesti gratuiti, non dettati da calcolo di interesse, da tornaconto. Anzi è gesto che anticipa gli onori che accompagnano la sepoltura. Vuol dire che la donna ha compreso il mistero del morire di Gesù, ha accettato che egli doni la sua vita per noi. Questa pagina, sulla soglia della settimana santa, ci ricorda che questi giorni sono davvero il cuore della vita di Gesù e i giorni decisivi dell’intero anno.
Tenace è invece il sospetto che mettere al centro della vita la persona di Gesù sia scelta irresponsabile, alienante perché distrarrebbe dalle responsabilità verso i problemi del tempo, verso i poveri. E infatti perché non devolvere ai poveri il ricavato di quel costoso profumo?
L’evangelo invece ci assicura che proprio dalla amorevole contemplazione di Gesù nasce uno sguardo capace di volgersi con dedizione ai poveri. Il cristiano è colui che vive per gli altri perché ha messo al centro della sua vita il Signore Gesù. Vivere per gli altri perché radicati in Gesù, perché guardati da Lui e resi capaci del suo stesso amore.